domenica 31 marzo 2013
BUONA PASQUA
Circa 250mila le persone che hanno assistito alla messa di Pasqua celebrata da Papa Francesco sul sagrato della Basilica di San Pietro dai dati della Sala Stampa della Santa Sede, in accordo con la Gendarmeria Vaticana e la Questura di Roma.
sabato 30 marzo 2013
venerdì 29 marzo 2013
PIO IV fa nascere la Confraternita dell'Oratorio di San Filippo Neri
il 29 marzo, sabato santo, in S. Giovanni in Laterano, comincia il diaconato di Filippo Neri ordinato sacerdote sempre nello stesso anno 1551 nel mese di maggio.
giovedì 28 marzo 2013
Nel ricordo di Agostino Casaroli
Domani Papa Francesco celebrerà la Messa in "Coena Domini" presso il riformatorio di Casal del Marmo. Durante il rito laverà i piedi a 12 ragazzi di diverse nazionalità e confessioni religiose, detenuti presso quell'istituto penale per minorenni.
Bergoglio ha già presente la carità svolta tra i giovani reclusi di quell'istituto dal sacerdote Agostino Casaroli, scomparso nel 1998 dopo essere stato Segretario di Stato vaticano e cardinale.
Nel settembre del 2008, nell'omelia di una messa celebrata nella Cattedrale metropolitana di Buenos Aires, l'allora cardinale Bergoglio aveva narrato ai fedeli proprio un aneddoto sul legame tra Casaroli e l'Istituto di Casal del Marmo che lo aveva colpito. «Il cardinale Casaroli, tutti i sabati sera spariva... “si sta riposando”, dicevano. Un giovane sacerdote andò a una casa di minori sotto tutela giudiziaria, un riformatorio, e lì c'era un cappellano molto buono che veniva in autobus, con la sua borsa di lavoro, e rimaneva a confessare i ragazzi e a giocare con loro. Lo chiamavano don Agostino. Nessuno ne sapeva molto di più. Era proprio lui. Quando Giovanni XXIII lo aveva ricevuto dopo la sua prima visita nei Paesi dell'Est, in missione diplomatica in piena Guerra Fredda, al termine dell’incontro il Papa gli chiese: “Mi dica, continua a andare da quei ragazzi?” “Sì, Santità”. “Le chiedo un favore, non li abbandoni mai”». Fu quella la consegna lasciata a Casaroli dal Papa Buono, che sarebbe morto qualche mese dopo. Bergoglio ha letto e apprezzato "Il martirio della pazienza" che è il libro autobiografico scritto da Casaroli per raccontare la stagione dell'Ostpolitik vaticana di cui fu protagonista. «La grande diplomazia che tanti frutti ha dato alla Chiesa si alimenta con la carità, con la penitenza».
Proveniente da una famiglia di modeste condizioni economiche, il 23 maggio 1937 fu ordinato sacerdote dopo aver studiato presso il seminario vescovile di Bedonia e al Collegio Alberoni di Piacenza. Nello stesso anno entrò nella Pontificia Accademia Ecclesiastica di Roma per seguire i corsi preparatori alla diplomazia vaticana. Il 16 luglio 1967 fu ordinato arcivescovo titolare di Cartagine da papa Paolo VI, mentre nel concistoro del 30 giugno 1979 fu creato cardinale da papa Giovanni Paolo II.
Già in questa fase il cardinale Casaroli diventa il protagonista della politica di cauta apertura verso i Paesi comunisti dell'Europa orientale. Significativa in quest'ottica di collaborazione internazionale al di là degli steccati ideologici fu pure la sua partecipazione nel 1975 alla fase conclusiva della Conferenza europea per la sicurezza e la cooperazione in Europa di Helsinki.
Ricoprì la carica di Cardinal Segretario di Stato dal 1979 al 1990 e, nel corso di tale mandato, mise a punto e il 18 febbraio 1984 siglò, l'accordo di revisione del Concordato tra Stato italiano e Santa Sede. Casaroli si ritirò dalla Carica di Segretario di Stato nel 1990, e dopo 8 anni, nel 1998, morì all'età di 83 anni.
Fecero scalpore le accuse di essere un massone e quelle di Alì Agca, che addirittura lo accusava di essere stato lui il suo mandante dell'attentato a Papa Giovanni Paolo II. Di solito quando si subiscono accuse molto grosse vuol dire che nelle opere si è lasciato un segno importante.
martedì 26 marzo 2013
Social Papa
"Papa Francesco resta a vivere nel pensionato Domus Santa Marta e non si trasferisce, almeno per ora, nell'Appartamento Pontificio, pensa di voler vivere in modo normale", ha spiegato Lombardi che la Domus Santa Marta ospita una cinquantina di prelati in servizo presso i dicasteri della Santa Sede. "Questa mattina il Papa ha celebrato la messa davanti agli ospiti abituali della Domus Santa Marta e ha fatto capire loro che è sua intenzione rimanere con loro, siamo in una situazione di inserimento e sperimentazione, per così dire. Rispettiamo la sua scelta, anche se l'appartamento pontificio è pronto".
lunedì 25 marzo 2013
Messa con i fotografi
foto di Michał Werschler. Il Papa continua la piccola tradizione di invitare alla messa del mattino che celebra nella cappella di Santa Marta dipendenti vaticani. Oggi è stata la volta dei dipendenti del Servizio Fotografico dell' Osservatore Romano, con il loro direttore, il salesiano don Sergio Pellini. Era presente anche il direttore del giornale vaticano, Giovanni Maria Vian. Anche oggi hanno concelebrato con papa Francesco, l'arcivescovo emerito di Quito, cardinale Raul Eduardo Vela Chiriboga, il segretario della Congregazione dei vescovi, monsignor Lorenzo Baldisseri, monsignor Battista Ricca direttore della Domus Santa Marta, della Cassa Romana del Clero e della Domus Paolo VI, e monsignor Alfred Xuareb, che era il secondo segretario di papa Ratzinger e attualmente aiuta il nuovo Papa per le funzioni di segreteria.
Durante la Settimana Santa, pensiamo alla «pazienza» che Dio ha con ognuno di noi, ha detto Papa Francesco durante la breve omelia della Messa presieduta nella Cappella della Casa Santa Marta alla quale erano presenti, tra gli altri, i giornalisti de L'Osservatore Romano.
Papa Francesco - riferisce Radio Vaticana - ha preso spunto dalla scena del Vangelo di oggi, nel quale Giuda critica la scelta di Maria, sorella di Lazzaro, di ungere i piedi di Gesù con trecento grammi di prezioso profumo: meglio sarebbe stato, sostiene Giuda, venderlo e dare il ricavato ai poveri. Giovanni nota nel Vangelo che a Giuda non interessavano i poveri ma i soldi, che rubava. Eppure, ha osservato il Papa, «Gesù non gli ha detto: `Tu sei un ladro´. È stato paziente con Giuda, cercando di attirarlo a sé con la sua pazienza, con il suo amore. Ci farà bene pensare - ha aggiunto - in questa Settimana Santa, alla pazienza di Dio, a quella pazienza che il Signore ha con noi, con le nostre debolezze, con i nostri peccati».
Commentando il brano di Isaia della prima lettura, Papa Francesco ha esclamato: «Quando si pensa alla pazienza di Dio: quello è un mistero! Quanta pazienza ha Lui con noi, facciamo tante cose, ma Lui è paziente». E lo è «come quel padre che il Vangelo dice che ha visto il figlio da lontano, quel figlio che se n'era andato con tutti i soldi della sua eredità».
E perché, si è chiesto il Papa, l'ha visto da lontano? «Perché tutti i giorni andava in alto a guardare se il figlio tornava». Papa Francesco - riferisce sempre Radio Vaticana - ha così concluso: «Pensiamo in questa Settimana: come è stata la pazienza di Gesù con me? Soltanto questo. E poi, uscirà dal nostro cuore una sola parola: Grazie per la tua pazienza». (vaticaninsider.lastampa.it)
domenica 24 marzo 2013
Domenica delle Palme
I DUE PAPI
IMMAGINI CHE FANNO LA STORIA DELLA CHIESA CATTOLICA Forse c'erano già stati due Papi ad incontrarsi, non così amichevolmente, ma parliamo del XV secolo..
sabato 23 marzo 2013
il nuovo Papa editoriale: di Elena Agostini
La novità di Papa Francesco non sta (o non sta solo) in un nome che è di per sé un manifesto programmatico.
Ha avuto coraggio il Cardinale venuto dalla "fine del mondo" ad assumere il nome del Poverello di Assisi e ancor più coraggio ha avuto nel sottolineare le motivazioni di quella scelta durante l'udienza con i giornalisti, qualora il messaggio fosse sfuggito: stare dalla parte degli ultimi.
Ha avuto coraggio il Cardinale venuto dalla "fine del mondo" ad assumere il nome del Poverello di Assisi e ancor più coraggio ha avuto nel sottolineare le motivazioni di quella scelta durante l'udienza con i giornalisti, qualora il messaggio fosse sfuggito: stare dalla parte degli ultimi.
Qualcuno, si è affrettato a dire che si tratta di una scelta "populista" termine quanto mai abusato in un tempo senza riferimenti e in cui le stelle polari scarseggiano, fluttuanti più di meteore e fagocitate nel loro stesso ossimorico moto.
Ma papa Francesco ha fatto di più, molto di più, se possibile, di tutto ciò.
Lo ha fatto in silenzio e in ginocchio.
Affacciandosi da quella loggia solenne, con un sorriso tirato per l'emozione ma con il cuore spalancato, da vero pastore, ha scatenato l'empatia della piazza con quel "Fratelli e sorelle, buonasera". Ma il gesto profetico lo ha compiuto dopo. Chiedendo al popolo santo di Dio quella benedizione che ha accolto in silenzio, col capo chino, compiendo con un semplice gesto classificato come "umile" uno degli atti che resterà tra i più grandi del suo pontificato e lo possiamo affermare sin da oggi.
Ma papa Francesco ha fatto di più, molto di più, se possibile, di tutto ciò.
Lo ha fatto in silenzio e in ginocchio.
Affacciandosi da quella loggia solenne, con un sorriso tirato per l'emozione ma con il cuore spalancato, da vero pastore, ha scatenato l'empatia della piazza con quel "Fratelli e sorelle, buonasera". Ma il gesto profetico lo ha compiuto dopo. Chiedendo al popolo santo di Dio quella benedizione che ha accolto in silenzio, col capo chino, compiendo con un semplice gesto classificato come "umile" uno degli atti che resterà tra i più grandi del suo pontificato e lo possiamo affermare sin da oggi.
Papa Francesco con quell'inchino ha eletto il popolo non a "oggetto" come siamo abituati a considerarci dopo secoli di gerarchie verticistiche, ma soggetto di pastorale. Un soggetto che ha il "potere" persino di benedire il Papa. Sembra scontato ma non lo è e nella sua semplicità è un gesto rivoluzionario di una potenza sconcertante.
Giovanni Paolo II aveva iniziato un cammino analogo importante in questo senso, preparando il cammino al suo successore, scrivendo un documento che è la pietra miliare per questa rivoluzione copernicana: la Christifideles laici. L'Esortazione Apostolica di papa Wojtyla, frutto dello spirito del Concilio Vaticano II, evento ben lungi dall'esser attuato nella sua potenza rinnovatrice e riformatrice (anche perché sconosciuto nei suoi documenti, molti dei quali restano ancora tutt'oggi silenti negli archivi), metteva in modo del tutto nuovo i Laici, il popolo di Dio chiamato a lavorare la "vigna del Signore" che è il mondo intero, al centro.
I Laici, non le gerarchie ecclesiastiche al centro e soggetto di pastorale, corresponsabili dell'evangelizzazione e chiamati a essere trasparenza di dio e a rendere visibile il Volto di Cristo per gli uomini del nostro tempo.
Papa Francesco ha reso visibile semplicemente, in un gesto, il senso del suo ministero Petrino: il popolo di Dio al centro. Ha proseguito poi, in questi giorni, papa Bergoglio, a sprigionare gesti di semplicità evangelica che distendono l'anima e lasciano sperare. Privo di fronzoli, concreto, scarno, essenziale, parole poche ma che arrivano diritte al cuore, messaggi tanto belli proprio perché figli di una semplicità sconcertante: la bellezza, l'accoglienza, la tenerezza, la custodia del Creato, di noi stessi, degli uni verso gli altri attraverso i vincoli familiari e di Amicizia. Fare spazio a Cristo che è il Salvatore della nostra vita. Con in più una gestualità da vecchio amico che ci fa sentire tutti "a casa".
La Chiesa ha una storia bimillenaria ma può essere cambiata in cinque minuti. E papa Francesco sta correndo veloce, sa bene che non c'è tempo da perdere. Speriamo che la Chiesa sappia tenere il suo passo, perché non si può più aspettare la primavera.
La Chiesa ha una storia bimillenaria ma può essere cambiata in cinque minuti. E papa Francesco sta correndo veloce, sa bene che non c'è tempo da perdere. Speriamo che la Chiesa sappia tenere il suo passo, perché non si può più aspettare la primavera.
E se sarà vera primavera solo la Storia potrà dirlo. Ma i germogli che abbiamo visto abbozzare in questi giorni invitano a gettare via i cappotti dello spirito e a distenderci in attesa del sole. Adelante Francisco! Que Dios te bendiga.
venerdì 22 marzo 2013
Costruire Ponti
“lottare contro la povertà, sia materiale che spirituale; edificare la pace e costruire ponti.. punti di riferimento di un cammino al quale nessuno può sottrarsi.
San Francesco una personalità che è ben nota al di là dei confini dell’Italia e dell’Europa e anche tra coloro che non professano la fede cattolica. Quanti poveri ci sono ancora al mondo e quanta sofferenza incontrano queste persone
... Non si può edificare la Pace, se non c’è verità, se ciascuno è misura di se stesso, se ciascuno può rivendicare sempre e solo il proprio diritto, senza curarsi allo stesso tempo del bene degli altri, di tutti, a partire dalla natura che accomuna ogni essere umano sulla terra”.
Papa Francesco ha ricordato che proviene da una famiglia di emigrati piemontesi in Argentina e per questo gli sembra importante “incontrarsi e creare spazi di autentica fraternità”.
Domani incontro e pranzo inedito a Castel Gandolfo, fra due Papi..
giovedì 21 marzo 2013
Giovedi Santo a Casal del Marmo
Papa Francesco si recherà a celebrare la messa del Giovedi Santo al carcere di Casal del Marmo all'Istituto penale per minori. La funzione è prevista per le 17.30.
«Com’è noto la Messa della Cena del Signore è caratterizzata dall’annuncio del comandamento dell’amore e dal gesto della lavanda dei piedi. Nel suo ministero come arcivescovo di Buenos Aires il cardinale Bergoglio usava celebrare tale messa in un carcere, in un ospedale, in un ospizio per poveri o persone emarginate, come Hogar de Cristo, un centro per il recupero dei giovani tossicodipendenti e sbandati nelle villas miserias, le baraccopoli di Buenos Aires. Con la celebrazione a Casal del Marmo il Papa Francesco continua tale uso, che dev’essere caratterizzato da un contesto di semplicità. Le altre celebrazioni della Settimana Santa si svolgeranno invece secondo l’uso abituale, come risulterà dalla Notificazione dell’Ufficio delle celebrazioni liturgiche».
La mattina com'è tradizione, il Papa celebrerà la «messa del crisma» in San Pietro.
mercoledì 20 marzo 2013
Cambia todo cambia..
Papa Francesco uscendo dalla sua camera ha incontrato una Guardia Svizzera e gli ha chiesto se avesse passato lì tutta la notte.Quando la stessa ha risposto "Si", il Papa è rientrato nella sua stanza, ha preso una sedia, una merendina e l'ha data al giovane. E' poi rientrato nella sua camera, non prima di aver pregato la guardia che se avesse avuto bisogno di qualcosa bastava che gli bussasse.
martedì 19 marzo 2013
Il Cantico delle Creature di San Francesco d'Assisi
Altissimu, onnipotente, bon Signore,
Tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedizione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfane,
et nullu homo ène dignu Te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tutte le Tue creature,
spezialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta signifi catione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora Luna e le stelle:
in celu l’ài formate clarite e pretiose e belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate Vento
e per aere e nubilo e sereno e onne tempo,
per lo quale a le Tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’Acqua,
la quale è multo utile et humile e preziosa e casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate Focu,
per lo quale ennallumini la notte:
ed ello è bello e iocundo e robustoso e forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta e governa,
e produce diversi frutti con coloriti fl ori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore,
per quelli ke perdonano per lo Tuo amore
e sostengo infirmitate e tribulazione.
Beati quelli ke ‘l sosterrano in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’, mi’ Signore,
per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po’ skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue santissime voluntati,
ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate e benedicete mi’ Signore e rengraziate
e serviateli cum grande humilitate.
lunedì 18 marzo 2013
Mate e Papa
Papa Francesco ha pranzato con la presidente dell'Argentina, Cristina Kirchner, dopo aver avuto un incontro privato con lei di 15-20 minuti presso la Casa Santa Marta. La presidentessa ha chiesto anche al Papa di agevolare il dialogo sulle Falkland. «Non ero mai stata baciata da un pontefice prima di adesso», è stato il primo commento della Kirchner. Il capo della Casa Rosada ha consegnato a Papa Bergoglio un regalo: un kit per bollire e consumare il mate, la tipica bevanda argentina simile al the. «Ho trovato il Papa sereno, sicuro e in pace, ma anche occupato e preoccupato per l'immenso compito per la guida per la S. Sede e per cambiare le cose che lui sa che deve cambiare». La Kirchner parteciperà domani mattina alla Messa di insediamento di Papa Francesco: un evento cui è atteso un milione di fedeli. Ai pellegrini provenienti da ogni parte del mondo si sommano le 132 delegazioni straniere accreditate per assistere alla manifestazione. Tutto il centro di Roma sarà interessato dall'evento, con chiusure al traffico e metropolitana gratis.
domenica 17 marzo 2013
Primo Angelus di Francesco
Dal buonasera dell'esordio al buongiorno dell'Angelus, ma la misericordia è la vera novità di Papa Francesco. E’ lo stile di Bergoglio che ha abbandonato i fogli che aveva sul leggio per parlare a braccio, come sta facendo sempre in questi primi giorni di pontificato, ai numerosissimi fedeli che gremivano piazza San Pietro e via della Conciliazione.
Commentando il Vangelo dell’adultera, Francesco ha sottolineato che da Gesù “non sentiamo parole di disprezzo o di condanna, ma solo amore e misericordia”. E si è soffermato sulla “pazienza di Dio”.
sabato 16 marzo 2013
Padre Ignazio
Iñigo López nasce il 24 dicembre 1491 nel castello di Loyola, vicino la città di Azpeitia (Spagna). Ultimo di tredici fratelli, la madre muore quando Ignazio ha solo sette anni. Diventa paggio al servizio di Juan Velázquez de Cuéllar, tesoriere del regno di Castiglia e di lui parente. Nel 1517 prende servizio nell'esercito. A seguito di una grave ferita subita durante la Battaglia di Pamplona (1521) e per colpa della ferita passa un lungo periodo di convalescenza nel castello del padre. Durante la degenza ha occasione di leggere numerosi testi religiosi, molti dei quali dedicati alla vita di Gesù e dei santi. Travolto dal desiderio di cambiare vita, si ispira a Francesco d'Assisi. Decide di convertirsi e si reca in Terra santa, per vivere come mendicante, ma presto è costretto a rientrare in Spagna.
In questo periodo elabora un proprio metodo di preghiera e contemplazione, basato sul discernimento. Risultato di queste esperienze saranno poi gli "Esercizi Spirituali", metodi che descrivono una serie di meditazioni a cui, poi, il futuro ordine dei Gesuiti adotterà. Quest'opera inoltre influenzerà profondamente i futuri metodi di propaganda della Chiesa cattolica.
Ignazio ha varie visioni, la Vergine Maria diventa oggetto della sua devozione cavalleresca: l'immaginario militare giocherà sempre una parte importante nella vita e nelle contemplazioni religiose.
Può contare su sei fedeli discepoli: il francese Peter Faber, gli spagnoli Francis Xavier (noto come san Francesco Saverio), Alfonso Salmeron, James Lainez, Nicholas Bobedilla e il portoghese Simon Rodrigues.
Il 15 agosto 1534 Ignazio e gli altri sei studenti si incontrano a Montmartre, vicino Parigi, legandosi reciprocamente con un voto di povertà e castità: fondano la "Società di Gesù", allo scopo di vivere come missionari a Gerusalemme o recarsi incondizionatamente in qualsiasi luogo il Papa avesse loro ordinato.
Si recano in Italia nel 1537 in cerca dell'approvazione papale per il loro ordine religioso. Papa Paolo III loda le loro intenzioni consentendo di essere ordinati sacerdoti. Il giorno 24 giugno a Venezia è il vescovo di Arbe (oggi Rab, città croata) a ordinarli. Le tensioni tra l'imperatore, Venezia, il Papa e l'Impero Ottomano rendevano impossibile qualsiasi viaggio a Gerusalemme, così ai neosacerdoti non resta che dedicarsi alla preghiera ed ai lavori di carità in Italia. Una congregazione di cardinali si dimostra favorevole al testo per la costituzione del nuovo ordine e Paolo III lo conferma con la bolla papale "Regimini militantis".
Ignazio viene scelto come primo Superiore Generale della Compagnia di Gesù. Invia i suoi compagni come missionari in tutta l'Europa per creare scuole, istituti, collegi e seminari. Gli Esercizi Spirituali vengono stampati per la prima volta nel 1548: Ignazio viene condotto davanti al tribunale dell'Inquisizione, per poi essere rilasciato. Nello stesso anno Ignazio di Loyola fonda a Messina il primo Collegio dei Gesuiti, l'ordine istituito con l'intento di rafforzare la Chiesa di Roma contro il Protestantesimo sarà di fatto determinante nel successo della controriforma.
Ignazio di Loyola muore a Roma il giorno 31 luglio 1556. La festa religiosa viene celebrata il 31 luglio, giorno della sua morte. Canonizzato il 12 marzo 1622, quindici anni dopo (il 23 luglio 1637) il corpo viene collocato in un'urna di bronzo dorato nella Cappella di sant'Ignazio della Chiesa del Gesù in Roma.
venerdì 15 marzo 2013
La croce di ferro
Nunzio Langiulli e sua moglie Rosa Iannetti, residenti nella cittadina di Gravina nelle Murge durante un viaggio a Buenos Aires nel 2008 ne fecero dono al Papa. I coniugi lo ricordano come un testimone di povertà e un riformatore e presagiscono novità nella guida della Chiesa.
Nel 2004 Bergoglio convocò i rappresentanti della Compagnia di Gesù per tentare una riconciliazione tra cattolici ed evangelici. La stampa argentina parlò a lungo del gesto d’estrema umiltà che l’alto prelato allora compì inginocchiandosi dinanzi ai fedeli convenuti.
giovedì 14 marzo 2013
Papa Francesco a Santa Maria Maggiore
Sicuramente è mattiniero. Papa Francesco è arrivato pochi minuti dopo le 8 a Santa Maria Maggiore, una delle principali basiliche della capitale per ringraziare la Madonna. Ma la sua visita è anche la prima in una chiesa romana da vescovo di Roma.
Rivolgendosi poi ai confessori ha detto: «Siate misericordiosi, le anime hanno bisogno della vostra misericordia».
Dopo aver visitato la basilica «su una delle auto della gendarmeria, senza nessun corteo, il Papa è andato alla Casa del clero di via della Scrofa dove abitava nei giorni del pre Conclave e ha pagato il conto per dare il buon esempio», ha detto il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi.
«Nella cappella Sistina l'atto di omaggio da parte dei cardinali, Papa Francesco lo ha ricevuto stando in piedi e senza sedersi sul seggio che era stato preparato davanti all'altare», ha riferito Lombardi. Ieri sera poi, tornando a Santa Marta, nel corso di una cena festosa dopo l'elezione a nuovo Pontefice, il Papa ha detto ai cardinali: «Che Dio vi perdoni». Poi, per tornare a Santa Marta ha detto no all'auto di ordinanza dei Pontefici scegliendo di utilizzare invece il pullmino con il quale tutti i cardinali hanno fatto ritorno nel loro albergo.
Miserando atque eligendo
Il motto episcopale di Jorge Mario Bergoglio è la frase latina del Vangelo di Matteo che descrive l'atteggiamento di Gesù verso il pubblico peccatore che "guardò con misericordia e lo scelse".
«Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi" (Mt 9,9). Vide non tanto con lo sguardo degli occhi del corpo, quanto con quello della bontà interiore. Vide un pubblicano e, siccome lo guardò con sentimento di amore e lo scelse – miserando atque eligendo – ». Lo stemma episcopale del nuovo Pontefice, poi, oltre a riportare il motto, ha al centro, su campo blu, il monogramma di Cristo, presentato nella forma grafica dei gesuiti, ordine cui appartiene Bergoglio. Appaiono, inoltre, anche una stella e un grappolo d’uva. Lo stemma è contornato dai fiocchi posti su cinque file a indicare il cardinalato, con le 15 nappe rosse per lato.
mercoledì 13 marzo 2013
IL NUOVO PAPA
Francesco I
Bergoglio, il gesuita che gira in tonaca.
Nella sua città vive in un modesto appartamento,usa i mezzi pubblici.
Arcivescovo di Buenos Aires, la città in cui era nato (13 dicembre 1936), figlio di un ferroviere dell'astigiano emigrato. Un cardinale umile, riservato e attento ai poveri. La vocazione sacerdotale è maturata dopo il diploma di perito chimico. Studia in Cile, Germania e Spagna. Diviene prete a 33 anni. Durante la dittatura prende le distanze dal clero più vicino a Menem. E' contro ogni trama da curia. E' tifoso di calcio e socio del san Lorenzo de Almagro.
Fumata nera... ma più chiara
martedì 12 marzo 2013
L'Oratorio e la chiesa attuale
Nel 1622 in questo giorno fondamentale per la chiesa cattolica: Filippo Neri fu canonizzato da papa Gregorio XV (Ludovisi) assieme a S. Ignazio di Loyola, S.Francesco Saverio e Santa Teresa d'Ávila (era il giorno della morte di S. Gregorio Magno) nella basilica di S. Pietro. Secondogenito del notaio e alchimista Francesco Neri e di Lucrezia da Mosciano. Il padre esercitava la professione di notaio presso Firenze ma, nel 1524, decise di intraprendere la strada dell'alchimia. Aveva tre fratelli: Elisabetta, nata nel 1518, ricordata per aver testimoniato nel processo di canonizzazione, Antonio, morto poco dopo la nascita e la primogenita Caterina, nata nel 1513 che, dopo il matrimonio, ebbe due figlie, entrambe in seguito divenute monache.
Nel 1520 Filippo Neri perse la madre. Il padre decise così di risposarsi con Alessandra.
Durante gli anni di studio presso il convento di San Marco, il giovane Filippo Neri si appassionò a due testi che avrebbero influenzato il suo successivo apostolato: le Laudi di Jacopone da Todi, che in seguito egli fece musicare, e le Facezie del Pievano Arlotto, un libro umoristico scritto da un sacerdote fiorentino. Tra le sue meditazioni quotidiane figura l'Autobiografia di santa Camilla da Varano, come mostra la copia conservata alla Biblioteca Vallicelliana con sue note autografe.
Visse a Firenze fino a 18 anni, quando fu inviato presso uno zio, tale Bartolomeo Romolo, a Cassino (allora chiamato San Germano) per essere avviato alla professione di commerciante. In quegli anni cominciò a sentire la propria vocazione religiosa, così da costruire una piccola cappella in una roccia a picco sul mare denominata "Montagna Spaccata" (ancora oggi visitabile) a Gaeta, dove si recava tutti i giorni per pregare in silenzio. Lo zio, che si era particolarmente affezionato a lui, non avendo eredi, aveva deciso di lasciare al nipote, dopo la morte, tutti i suoi averi (ben 20.000 scudi) che questi però rifiutò per dedicarsi a una vita più umile.
Nel 1534 si recò a Roma come pellegrino ma vi rimase in qualità di precettore, ma ben presto espresse nella preghiera le sue attitudini di mistico e contemplativo. Cominciò a prestare la sua opera di carità presso l'ospedale di San Giacomo (il suo nome infatti compare fra le matricole dei membri della compagnia che regge l'Ospedale) dove molti anni dopo conobbe e strinse amicizia con Camillo de Lellis e nel 1538 venne anche a contatto con Ignazio di Loyola e con i primissimi membri della Compagnia di Gesù.
Secondo la tradizione nel 1544, e precisamente nel giorno della Pentecoste, in preghiera presso le catacombe di San Sebastiano, Filippo Neri fu preda di uno straordinario avvenimento (un'effusione di Spirito Santo) che gli causò una dilatazione del cuore e delle costole, evento scientificamente attestato dai medici dopo la sua morte. Molti testimonieranno di aver visto spesso il cuore tremargli nel petto e che, a contatto con esso, si avvertiva uno strano calore.
In seguito a questa esperienza Filippo abbandonò la casa dei Caccia per ritirarsi a vivere come eremita fra le strade di Roma, dormendo sotto i portici delle chiese o in ripari di fortuna. Spesso lo si vedeva passeggiare per le piazze cittadine vestito con una tonaca munita di cappuccio. Camminando per Campo de' Fiori e nei vicoli di Trastevere incontrava giovani che lo deridevano e beffeggiavano. Egli non si faceva sfuggire l'occasione e, unendosi alla comitiva, la conquistava con la sua simpatia. Iniziava con una barzelletta e con qualche gioco, ma poi si improvvisava predicatore, dicendo: “Fratelli, state allegri, ridete pure, scherzate finché volete, ma non fate peccato!”.
Molti tentavano di farlo cadere, una volta dei giovani scapestrati idearono una raffinata trappola: invitatolo in una casa, vi introdussero donnine di facili costumi. Ma la purezza di Filippo ebbe la meglio. Qualche anno più tardi dovette affrontare lo stesso tipo di tentazione a casa della famosa Cesaria, nota più per la sua bellezza che per le sue “virtù”. Essa volle per gioco scommettere con gli amici che sarebbe riuscita con le sue arti ammaliatrici a farlo capitolare. Fingendosi inferma lo invitò a casa sua per una confessione. Quando Filippo arrivò nella sua stanza la trovò vestita con un indumento così trasparente che niente lasciava alla fantasia. Accorgendosi dell'inganno il santo si diede alla fuga e la donna, scoperta, si vendicò tirandogli dietro un pesante sgabello. Forse è per questa esperienza che Filippo dirà in seguito ai suoi discepoli che “le tentazioni si vincono resistendo ad esse, ad eccezione di quelle carnali, dove è solo fuggendo che si hanno gloriose vittorie”.
In amore vince chi fugge..
Nello stesso periodo, si occupò degli infermi, abbandonati a sé stessi o affidati a pochi volontari, negli ospedali di San Giovanni e Santo Spirito nonché dei poveri nella confraternita della Carità, istituita da Clemente VII e nell'oratorio del Divino Amore. Essendosi fatto sempre più intenso il suo apostolato nei confronti dei bisognosi, tanti dei quali costretti a dormire in rifugi di fortuna, decise su consiglio di Persiano Rosa, suo padre spirituale, di fondare la cosiddetta Confraternita della Trinità, creata appunto per accogliere e curare viandanti, pellegrini e povera gente dei borghi romani. Inizialmente composta da quindici uomini, attratti dai discorsi da lui tenuti nella chiesa di San Salvatore in Campo, e installata nella casetta dello stesso Persiano Rosa, diede un grande contributo a favore dei pellegrini, in particolare nell'Anno Santo del 1550 (sebbene quell'anno venisse presa a pigione una casa più grande), tanto da ricevere da allora il soprannome di confraternita "dei pellegrini", e poi in seguito anche "dei convalescenti" per il suo soccorso nei confronti degli infermi della città.
Come sacerdote divenne famoso nell'esercizio del sacramento della confessione come fonte di dialogo con i "penitenti"; secondo testimoni oculari Filippo Neri ascoltava il pentimento dei suoi fedeli dall'alba fino a mezzogiorno, ora in cui celebrava la messa, sebbene non fosse raro trovare fedeli bisognosi anche in casa o perfino ai piedi del suo letto, dove egli ugualmente confessava in casi di necessità. Ciò suscitò invidie e gelosie, in particolare in due monaci (di cui si ignorano i nomi) e nel medico Vincenzo Teccosi, i quali dimoravano nella stessa San Girolamo. Seguirono una serie di screzi e ingiurie, i primi due erano, ad esempio, soliti beffeggiare il sacerdote mentre si preparava per la messa, o nascondendogli i paramenti, perfino le scarpe, o facendo in modo che ne usasse di logori. La cordialità, e soprattutto la pazienza di Filippo, finirono poi per conquistare i suoi tre avversari, uno dei due monaci entrò perfino nell'oratorio mentre il Teccosi, prima di morire, lasciò tutto in eredità a quello che un tempo era il suo peggior nemico, il quale non prese con sé che un ricordo (un orologio) cedendo tutto il resto ai nipoti del defunto.
Da questi dialoghi e da questi incontri nacque il primo nucleo della sua istituzione, l'Oratorio: il primo vero e proprio, un granaio sopra la navata della chiesa di San Girolamo della Carità.
L'11 ottobre 1559, Filippo Neri perse il padre, Francesco, e, dopo aver ricevuto l'eredità che gli spettava, preferì cederla alla sorella Caterina. In quegli anni il santo conobbe un altro importante personaggio della storia ecclesiastica, il cardinale milanese Carlo Borromeo.
Nel 1564 su pressioni delle comunità fiorentine, papa Pio IV (che sarebbe morto nello stesso anno) affidò a Filippo Neri il controllo della Chiesa di San Giovanni Battista de' Fiorentini che il santo, volendo rimanere a Roma, affidò ai giovani dell'Oratorio divenuti sacerdoti, quali ad esempio Cesare Baronio e Alessandro Fedeli, molto legati al loro padre spirituale.
Nel 1575 il papa Gregorio XIII eresse la Congregazione dell'Oratorio e concesse a questa la chiesa di Santa Maria in Vallicella, che ne divenne la sede. Grazie al suo insegnamento promosse innumerevoli attività: coinvolse nella preghiera e nella lettura della Bibbia uomini comuni, artisti, musicisti, uomini di scienza; fondò una scuola per l'educazione dei ragazzi.
In tempi nei quali la pedagogia era autoritaria e spesso manesca, Neri si rivolgeva ai suoi allievi (che erano, si direbbe oggi, ragazzi di strada) con pazienza e benevolenza: ancora oggi si ricorda la sua esortazione in romanesco: "State bboni (se potete...)!". Un'altra sua celebre frase, un'imprecazione di impazienza poi attenuata dall'augurio della grazia del martirio: "Te possi morì ammazzato... ppe' la fede!".
Gli anni che vanno dal 1581 al 1595, anno della morte, furono segnati da terribili malattie, guarigioni e ricadute continue. Preoccupato per il proprio destino scrisse per ben tre volte il proprio testamento. Alla comunità venne concessa intanto una nuova sede, l'Abbazia di San Giovanni in Venere e la possibilità di fondare un oratorio persino a Napoli. Fiaccato dalle malattie, Filippo Neri soffrì parecchio a causa di una terribile carestia che decimò alcuni membri della sua comunità oratoriana. Unico sollievo di quel periodo, nel 1590, il poter assistere, nella chiesa di Sant'Adriano al Foro, alla traslazione dei corpi di alcuni martiri. È da ricordare infatti che la testimonianza dei martiri era motivo di commozione per il santo fiorentino.
Seguendo i consigli di Filippo Neri, papa Clemente VIII decise di riconciliarsi con Enrico IV di Francia, evento di notevole portata nella storia della Chiesa cinquecentesca. Il pontefice, quasi per ringraziare il santo per il suo aiuto, prese con sé alcuni fra i suoi fedelissimi e decise di nominarlo cardinale, ma questi rifiutò la carica, dicendo, verso il cielo: “Paradiso, paradiso”. Nell'aprile del 1595 Filippo Neri venne colpito ancora più gravemente dalla malattia che lo affliggeva, tanto da non poter più modificare il proprio testamento.
Federico Borromeo, suo fedele amico, si recò a Roma per somministrargli personalmente l'eucarestia. Il santo, come lo stesso Borromeo dichiarò, benché moribondo dimostrava ancora una forza d'animo eccezionale. Il 23 maggio si riprese miracolosamente e poté officiare così la messa del Corpus Domini due giorni dopo, recitata “come cantando”. Dopo aver celebrato la messa sembrò quasi ai suoi fedeli che egli fosse come guarito, poiché continuava a scherzare e consigliare come suo solito. Verso le tre del mattino di quella stessa notte, tra il 25 e il 26 maggio, colpito da una grave emorragia, dopo aver benedetto la propria comunità Filippo Neri morì, quasi sorridendo nel momento del trapasso.
Filippo è stato senza dubbio uno dei santi più bizzarri della storia della Chiesa, tanto da essere definito "santo della gioia" o "buffone di Dio". Colto, creativo, amava accompagnare i propri discorsi con un pizzico di buon umore. Confessava con la stessa discrezione e la stessa bonarietà sia poveri che ricchi, sia principi che cardinali, dando a volte penitenze alquanto bizzarre, sicuro che, dopo aver fatto una simile figuraccia, il penitente non avrebbe più provato a compiere quel peccato. Vi è ad esempio un simpatico aneddoto che narra come a una donna, che aveva il vizio di sparlare degli altri, fu comandato dal santo di spennare per strada una gallina morta e poi di raccoglierne tutte le penne volate via. Alla richiesta del perché, da parte della donna, rispose che questo era come il suo sparlare, le sue parole si spargevano ovunque e non si potevano raccogliere più. Si offriva a tutti con generosità e soprattutto con un buon sorriso, tanto da essere definito dai contemporanei come "Pippo Buono". Questo è il quadro che ci danno di lui i suoi contemporanei, gli uomini che lo conobbero di persona.
Filippo Neri amava inoltre vivere all'aperto per sentirsi così in maggior contatto con Dio e le sue creature. Amava trascorrere le ore osservando il paesaggio romano dalla terrazza della sua stanzetta. A San Girolamo teneva con sé una gatta, un cane bastardino bianco a chiazze rosse, chiamato dal santo "Capriccio", che aveva deciso di non tornare più a casa per vivere nell'Oratorio. Il santo possedeva inoltre alcuni uccellini che, durante la giornata stavano in giro per la città, alla sera tornavano da Filippo, che li accudiva e gli dava di che cibarsi, e al mattino lo svegliavano con il loro canto.
L'insegnamento di Filippo Neri si può riassumere in quattro punti: una singolare tenerezza verso il prossimo, la prevalenza delle mortificazioni spirituali, in particolare mortificazioni contro la vanità su quelle corporali, allegria e buon umore per potenziare le energie spirituali e psichiche e infine la semplicità evangelica, di cui lui fu primo testimone. Durante le preghiere del suo Oratorio, Filippo Neri amava fare piccoli intermezzi cantati, così da rendere più piacevole la lettura del vangelo e, di conseguenza, l'incontro con Dio. Egli stesso amava cantare alcuni sonetti scritti da lui. L'Oratorio divenne così anche un laboratorio musicale perché le laudi si trasformarono da monodiche a composizioni a più voci con l'accompagnamento di uno strumento musicale.
Filippo Neri soleva riunire nel proprio Oratorio non solo i poveri figli della strada ma anche giovani di famiglia benestante, e persino figli di principi. Fra di essi vi era il quattordicenne Paolo, figlio del principe Fabrizio, della famiglia dei Massimo. Il 16 marzo 1583 il ragazzo, dopo una lunga malattia, morì. Padre Filippo, che avrebbe voluto assisterlo negli ultimi istanti, arrivò troppo tardi. Non poteva fare altro che raccogliersi in preghiera. Ma dopo qualche minuto fra lo stupore generale la sua voce risuonò sul brusio della camera: chiamava il ragazzo quasi volesse destarlo dal sonno. Paolo riaprì gli occhi e cominciò a confidarsi con il santo.
A un certo momento Filippo gli domandò se fosse morto volentieri; e lui rispose di sì, perché avrebbe raggiunto in cielo la sorella e la madre. "E allora va' in pace" esclamò il sacerdote mentre il ragazzo chiudeva gli occhi "e che sii benedetto e prega Dio per me"; poi, come narrano le testimonianze dell'epoca, riportate nel processo di canonizzazione del Santo, Paolo "subito tornò di novo a morire". La camera del miracolo, al secondo piano del Palazzo Massimo alle Colonne, che si affaccia sull'attuale Corso Vittorio Emanuele II, venne successivamente trasformata nella cappella, visitabile ogni anno nella ricorrenza dell'avvenimento.
Dopo la sua morte ebbe subito fama di santità presso i fedeli: Santo della gioia e Apostolo di Roma sono alcuni appellativi attribuitigli dai devoti.
Viene ricordato, soprattutto a Roma, per aver istituito (nel giorno di giovedì grasso del 1552 in aperta opposizione ai festeggiamenti pagani del Carnevale) il cosiddetto Giro delle Sette Chiese, un pellegrinaggio a piedi per le sette chiese principali della città: basilica di San Pietro in Vaticano, basilica di San Paolo fuori le mura, basilica di San Giovanni in Laterano, basilica di San Lorenzo, basilica di Santa Maria Maggiore, basilica di Santa Croce in Gerusalemme, basilica di San Sebastiano. Il Giro delle Sette Chiese è un pellegrinaggio tuttora praticato dai fedeli.
Fu proclamato santo nel 1622 e, in seguito, è stato dichiarato compatrono di Roma. Nonostante le sue reliquie siano in moltissime chiese, le sue spoglie sono venerate nella cappella della chiesa di Santa Maria in Vallicella dal 1602. La sua memoria liturgica coincide, com'è tradizione, con il giorno della sua morte: il 26 maggio.
Filippo Neri è anche compatrono della città di Manfredonia, insieme a san Lorenzo Maiorano, la patrona Maria SS di Siponto; di Gravina in Puglia, per volere del cardinale Vincenzo Maria Orsini poi Papa Benedetto XIII; patrono di Gioia del Colle in provincia di Bari e di Candida in Irpinia. È anche patrono di Tursi in provincia di Matera è patrono di Guardia Sanframondi in provincia di Benevento e patrono secondario di Veglie (Lecce). È inoltre compatrono di Venezia. Anche in Sardegna, nel grandioso duomo di Sassari, è venerato nell'altare a lui dedicato ed è patrono della con congrega che fin dal primo Settecento riunisce i canonici turritani sotto il suo nome. La prima chiesa al mondo dedicata a san Filippo Neri fu eretta nel 1636 a Carbognano (Viterbo) da Orazio Giustiniani, prete dell'oratorio della congregazione fondata dal Santo e poi cardinale. In Capitán Pastene, città fondata nella Regione dell'Araucania, Cile, da emigrati italiani provenienti da Pavullo, Emilia Romagna, l'unica chiesa esistente venne consacrata a San Filippo Neri.
Nato il 21 luglio 1515 a Firenze muore a Roma circondato dai suoi alle due del mattino del 26 maggio 1595 e il 12 marzo 1622 viene canonizzato da Gregorio XV.
Papa Alessandro III da Siena
A stabilire che per essere eletto papa un candidato dovesse ricevere due terzi dei voti dei cardinali e che nessun cardinale potesse votare per se stesso fu Alessandro III nel 1179, durante il Concilio Laterano III. Il 12 marzo 1178 Alessandro ritornò finalmente a Roma dopo le tante vicende che lo videro avversario dell'Impero e Patriota Italiano.
Rolando Bandinelli da Siena, 1100 fu il 170º papa della Chiesa cattolica dal 1159 fino alla morte(in esilio).
Fu in suo onore che, nel 1168, la città piemontese assunse il nome di Alessandria, edificata per contrastare Federico Barbarossa.
Il 7 settembre 1159 venne scelto dalla stragrande maggioranza dei cardinali elettori come successore di papa Adriano IV, ma una minoranza dei cardinali elesse il cardinale Ottaviano dei Crescenzi Ottaviani, che assunse il nome di Vittore IV (antipapa).
Cacciato dalla città di Roma, che desiderava essere un comune libero, Alessandro III fuggì nel basso Lazio. La sua incoronazione avvenne a Ninfa, città posta al confine con i possedimenti normanni. Ad Anagni nel 1160 promulgò il secondo Pactum Anagninum che investiva la Lega Lombarda e il carroccio come baluardo contro Barbarossa. Successivamente si trasferì in Francia, nel 1167 fu di nuovo in Italia, dapprima a Gaeta, poi a Benevento, di nuovo Anagni e infine Venezia.
Vittore IV antipapa, e i suoi successori Pasquale III (1164-1168) e Callisto III (1168-1178), godevano dell'appoggio imperiale. Alessandro si alleò con i Comuni, inviando un suo contingente di fanteria papale e la battaglia di Legnano (1176) segnò la definitiva sconfitta dell'imperatore tedesco. Con la Pace di Venezia del 1177 Federico si riconciliò con il papa. L'imperatore si sottomise al volere di Alessandro III e promise di riconoscere il trattato di Worms, per quanto concerneva i rapporti tra Impero e Papato. Come contropartita, il pontefice gli revocò la scomunica.
Ciononostante, poco dopo la chiusura del sinodo, la repubblica romana di allora costrinse Alessandro a lasciare la città, nella quale non fece più ritorno; e il 29 settembre 1179, alcuni nobili instaurarono l'antipapa Innocenzo III. Tramite un uso accorto delle sue enormi ricchezze, comunque, Alessandro riuscì a tenerlo in suo potere, tanto che ne ottenne la deposizione nel 1180. Fu promotore, tra l'altro, della superiorità dell'autorità papale sull'intera cristianità e sullo stesso imperatore; linea già adottata, in passato, da Gregorio VII.
Alessandro III morì a Civita Castellana, il 30 agosto 1181.
In tempi più recenti Paolo VI, riprendendo una modifica introdotta da Pio XII e abrogata da Giovanni XXIII, ha fissato la regola della maggioranza dei due terzi più uno, eliminando dunque l’onere di verificare se l’eletto abbia votato per se stesso. Lo stesso Paolo VI ha limitato l’esercizio del diritto di voto ai cardinali sotto gli ottanta anni di età. Ma la modifica più rilevante delle regole elettorali è stata introdotta da Giovanni Paolo II: con la Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, ha abbassato drasticamente il quorum necessario per scegliere una soluzione diversa dalla maggioranza dei due terzi più uno, in caso di mancata elezione del papa al trentaquattresimo scrutinio. Tuttavia, Benedetto XVI, eletto secondo le regole stabilite dal suo predecessore, le ha eliminate nel 2007: siamo dunque ritornati a un quorum di “due terzi più uno” per tutte le tornate di voto.
lunedì 11 marzo 2013
TotoPapa: i dodici
In questi ultimi cento anni solo Conclavi "brevi", il più difficile degli otto Papi eletti Pio XI con 14 scrutini in 5 giorni. Mentre il più breve è il successivo Pio XII : 2 giorni soli e 3 scrutini effettuati. Strano anche il ripetersi di 2/3 come giorno della sua elezione e giorno del suo compleanno. Per gli altri 6 conclavi si va dai 4 giorni e 11 votazioni di Papa Giovanni ai 2/4 di Giovanni Paolo I e dell'emerito Papa vivente Benedetto XVI. Gli altri hanno impiegato tre giorni.
domenica 10 marzo 2013
Prove di fumata
Montato ieri il comignolo collegato alla stufa dentro la Cappella Sistina: lì dentro verranno bruciate le schede con i nomi dei votati. Da martedì 12 marzo infatti, i 115 cardinali elettori si riuniranno in conclave sotto le volte di Michelangelo per scegliere il nuovo Pontefice, successore di papa Benedetto XVI.
venerdì 8 marzo 2013
Conclave: decisa la data
Si comincia martedì 12 marzo. L'ottava Congregazione Generale del Collegio dei Cardinali ha deciso che il Conclave per l'elezione del Papa inizierà martedì 12 marzo 2013. Lo rende noto un comunicato della sala stampa della Santa sede.
Al mattino nella Basilica di S. Pietro sarà celebrata la Messa «pro eligendo Pontifice» e nel pomeriggio l'ingresso dei cardinali in Conclave.
I 115 cardinali «elettori» sono dunque pronti per scegliere il nuovo Papa. Un'età media di 72 anni, per oltre la metà europei, in gran parte scelti da Benedetto XVI. La pattuglia degli italiani è la più numerosa, con 28 cardinali, ma sono rappresentati tutti e cinque i continenti.
ETÀ MEDIA 71-72 ANNI. Otto gli ottantenni tra quelli che li hanno appena compiuti e quelli che li faranno nel corso dell'anno.
IL PIÙ ANZIANO KASPER, IL PIÙ GIOVANE THOTTUNKAL. Il tedesco Walter Kasper ha compiuto 80 anni il 5 marzo, prima dell'inizio del conclave ma dopo l'inizio della Sede Vacante, lo spartiacque per stabilire se un cardinale può essere elettore o no. Compiono 80 anni, sempre questo mese di marzo, anche Severino Poletto e Juan Sandoval Iniguez. Il più giovane è l'indiano Baselio Cleemis Thottunkal, 54 anni a giugno. Compie gli anni a giugno, ma nel suo caso 56, anche il filippino Luis Antonio Tagle. Sotto i 60 anni ci sono altri tre cardinali, due tedeschi e un olandese.
OLTRE LA METÀ EUROPEI. Il vecchio continente è rappresentato da 60 elettori. Segue l'America latina con 19, l'America settentrionale con 14 (dunque 33 in tutto), l'Africa con 11, l'Asia con 10. Dall'Oceania ne arriva uno, l'australiano George Pell.
ITALIA PIÙ RAPPRESENTATA, POI USA. Con 28 cardinali elettori l'Italia resta il Paese più rappresentato in conclave. Seguono gli Stati Uniti con 11 cardinali e la Germania con 6 elettori. A seguire, cinque cardinali nella Sistina sia per la Spagna che per il Brasile.
67 SCELTI DA PAPA EMERITO. La maggioranza dei cardinali, il 58%, è stata creata da Benedetto XVI. Gli altri 48 da Giovanni Paolo II. Ci sono nel collegio cardinalizio anche due cardinali creati da Paolo VI ma hanno più di 80 anni e non entrano in conclave.
19 I RELIGIOSI. Le congregazioni più rappresentate sono quelle dei salesiani e dei francescani, che in conclave hanno 4 cardinali ciascuno. Per i seguaci di don Bosco ci sono Tarcisio Bertone, Angelo Amato, Raffaele Farina e, dall'Honduras, Oscar Maradiaga. Francescani sono il brasiliano Claudio Hummes, lo spagnolo Carlos Amigo Vallejo e il sudafricano Wilfrid Fox Napier; con il saio c'è anche il cappuccino americano Sean Patrick O'Malley. Ci sono anche due gesuiti, due domenicani e uno per i redentoristi, i lazzaristi, i sulpiziani, i missionari oblati di Maria Immacolata, gli scalabriani; ancora un mariamita e un religioso dei padri di Schonstatt.
Fonte La Stampa www.vaticaninsider.it
L'abito non fa il .. Papa
Ancora incerta la data del Conclave, mentre Annibale Gammarelli al Pantheon, come ormai da circa 200 anni è pronto a fornire le tre bianche (con rosso) tonache. Anche loro sono in concorrenza (come i cardinali) con la sartoria Mancinelli, a pochi metri dal Vaticano che ha vestito Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Ma Gammarelli ha l'onore di essere il primo a portare la veste al neo-eletto Papa, come quando è stato eletto Karol Wojtyla Papa Giovanni Paolo II e nel 2005 dopo il conclave che ha eletto Benedetto XVI.
Le tre tonache attraverseranno il centro storico di Roma, fino al Vaticano entrando dalla porta di Sant'Anna, mentre salirà la fumata bianca, una di queste uscirà a salutare il mondo dal balcone di San Pietro, vestendo IL NUOVO PAPA nella sua prima benedizione Urbi et Orbe.
giovedì 7 marzo 2013
Superati i 5000 accrediti media e stampa
Tanti saranno i giornalisti presenti a Roma ed accreditati presso la Santa Sede per seguire i giorni della Sede vacante e del Conclave che portera’ al’elezione del nuovo pontefice. Padre Federico Lombardi ha riferito che gli accrediti temporanei sono in totale 4432 che vanno ad aggiungersi ai permanenti che, tra stampa, foto e video sono 600. Le nazioni rappresentate dai mass media sono 65 (24 lingue).
Stop ai briefing organizzati dalla Chiesa statunitense dal suo quartier generale sul Gianicolo, il North American College, dopo una decisione presa dai vescovi americani nel corso di questa mattinata.
Previsto oggi l'arrivo degli ultimi due cardinali elettori: il polacco Kazimierz Nycz, arcivescovo di Varsavia e il vietnamita Jean-Baptiste Pham Minh Man, arcivescovo di Ho Chi Minh City.
Ai porporati che partecipano alle Congregazioni Generali è stato chiesto di contenere i loro interventi a circa cinque minuti ciascuno, visto che molti, moltissimi, si sono iscritti a parlare. Per la data del Conclave, bisognerà aspettare ancora.
L'anello del pescatore di Benedetto XVI è stato annullato come previsto dalla legge della Chiesa, continuano i lavori nella Cappella Sistina, dove si sta ultimando il pavimento sopraelevato in vista del Conclave e la bonifica da possibili microspie.
mercoledì 6 marzo 2013
Seán Patrick O’Malley, il cappuccino d’America
Nella foto l’arcivescovo di Boston.
La Cappella Sistina è chiusa dalle 13 di ieri. “Lo scandalo Vatileaks ha conquistato per molto tempo le prime pagine dei giornali, ma non so quanto peserà durante i lavori del Conclave Sono certo che i Cardinali si scambieranno tra di loro le informazioni necessarie per permetterci di prendere una decisione così importante”.
Patrick O'Malley nasce da famiglia di origine irlandese, che dopo la sua nascita si trasferì ad Herman, Pennsylvania. A 12 entrò in un seminario minore francescano ed il 14 luglio 1965, a 21 anni, emise la prima professione con i voti semplici entrando a far parte dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini ed assumendo il nome di Sean, in onore di san Giovanni. Dopo un breve periodo come diacono nell'Isola di Pasqua, ricevette l'ordinazione sacerdotale il 29 agosto 1970 e fu trasferito a Washington, dove insegnò letteratura spagnola e portoghese all'Università. Nel 1973 fondò il Centro Católico Hispano, un'organizzazione per l'assistenza umanitaria ai profughi e immigrati dell'America Latina; e nel 1978 fu nominato vicario episcopale foraneo per Washington dal cardinale William Wakefield Baum.
Nel 1984 fu designato come vescovo coadiutore della diocesi di Saint Thomas, nelle Isole Vergini Americane, succedette come vescovo diocesano un anno dopo. Il 16 giugno 1992 fu nominato vescovo di Fall River, nel Massachusetts. Dieci anni dopo nel 2002 fu trasferito alla diocesi di Palm Beach, in Florida (2002), ma già nel luglio 2003 papa Giovanni Paolo II lo nominò arcivescovo metropolita di Boston.
Papa Benedetto XVI lo elevò al rango di cardinale con il titolo presbiterale di Santa Maria della Vittoria nel concistoro del 24 marzo 2006.
L'ordine del quale fa parte nacque intorno al 1520 circa, quando il frate francescano osservante Matteo da Bascio — ordinato sacerdote nella regione delle Marche, Italia — si convinse che lo stile di vita condotto dai francescani del suo tempo non era quello che san Francesco aveva immaginato. Egli desiderava ritornare allo stile di vita originario in solitudine e penitenza come praticato dal fondatore del suo ordine.
I suoi superiori cercarono di sopprimere queste innovazioni, e fra' Matteo e i suoi primi compagni furono costretti a nascondersi dalle autorità della Chiesa, che desiderava arrestarli per aver abbandonato i loro obblighi religiosi. Erano, del resto, gli anni della Riforma luterana e, pertanto, qualsiasi tentativo di rinnovamento era mal visto dai superiori degli ordini religiosi. Matteo e i suoi amici trovarono rifugio presso i monaci camaldolesi, in segno di gratitudine essi adottarono successivamente il cappuccio indossato da quell'ordine, che era il marchio dell'eremita nelle Marche, e l'uso di portare la barba. Ironicamente, il nome popolare del loro movimento ha origine da questa caratteristica dei loro abiti.
Nel 1528, Matteo ottenne, con la mediazione di Caterina Cybo, duchessa di Camerino, l'approvazione di papa Clemente VII con la Religionis zelus e gli fu dato il permesso di vivere come un eremita e di andare ovunque predicando ai poveri. Questi permessi non furono solo per lui, ma per tutti quelli che si sarebbero uniti a lui nel tentativo di restaurare l'osservanza più letterale possibile della regola di san Francesco. Matteo e il gruppo originario furono presto raggiunti da altri ed inizialmente vennero detti frati minori della vita eremitica ed a causa dell'opposizione degli Osservanti, si trasformarono in una congregazione, i Frati minori eremiti, ramo dei francescani conventuali, ma dotati di un proprio vicario.
Nonostante le difficoltà agli inizi del '900 i cappuccini erano circa 9.500 ed alloggiavano in oltre 600 case. Il capitolo generale del 1884 aveva del resto deciso di riacquistare molti dei conventi che erano andati perduti nel corso del secolo precedente e venne approvata una nuova regola. La precedente era del 1643. Il XX è stato, un po' per tutti gli ordini religiosi, il secolo del ritorno alle origini e dell'apertura alle novità del mondo contemporaneo. Basti pensare al Concilio vaticano II e l'invito rivolto a tutte le comunità religiose a riscoprire le ragioni originarie del proprio carisma. I cappuccini non sono stati esenti dalla crisi di vocazioni, che ha colpito la Chiesa cattolica in Europa e nel Nord America negli anni '60 ed '80. Ciò nonostante i cappuccini restano uno degli ordini più grandi e diffusi della Chiesa cattolica.
L'Ordine dei frati minori cappuccini è il quarto ordine religioso per diffusione, dopo la Compagnia di Gesù, la Società salesiana di San Giovanni Bosco (salesiani) e l'Ordine dei frati minori.
martedì 5 marzo 2013
Fuori programma alle congregazioni
Tra i cardinali cerca di intrufolarsi alle congregazioni un finto vescovo.
Pochi minuti dopo le nove si è presentato in compagnia di altre persone vestite da sacerdoti, non si sa se veri o falsi. All'entrata dell'Aula Paolo VI, è stato fermato dalla sicurezza e accompagnato fuori. Lombardi: «Io ero dentro l'Aula dove si svolgeva la congregazione non ho visto nessun falso vescovo né falso prete. Credo che dentro fossero tutti veri cardinali».
L'invito:
lunedì 4 marzo 2013
Papa Tawadros II anticipa i cardinali
Il patriarca della Chiesa copta ortodossa ha fatto giungere un suo messaggio augurale a Benedetto XVI in occasione della rinuncia al ministero petrino. Un testo in cui ringrazia il Pontefice ormai emerito soprattutto per la sua particolare vicinanza alle sofferenza dei cristiani d’Egitto, il messaggio è stato fatto giungere a Ratzinger dal vescovo copto di Roma, Anba Barnaba. Tawadros esprime a Benedetto XVI «amore fraterno in Cristo» e un augurio di «pace nello spirito e di salute nella carne.. siamo certi - commenta - che questa decisione è stata presa in ascolto dello Spirito Santo e in seguito a digiuni e preghiere». Colpiscono soprattutto le parole di profonda gratitudine rivolte dalla guida spirituale dei cristiani dell’Egitto a Joseph Ratzinger: «La nostra Chiesa copta ortodossa - scrive - vede in vostra santità una personalità di alto calibro spirituale e ha apprezzato profondamente il suo impegno per il dialogo teologico e il riavvicinamento tra le Chiese. Non potremo mai dimenticare il sostegno da lei dato alla nostra Chiesa durante i momenti duri e dolorosi della nostra storia recente. Preghiamo per Vostra Santità - conclude Tawadros - chiedendo al Signore Gesù Cristo di donarle salute, forza e una lunga vita. E chiediamo, per l’intercessione della Vergine Maria e di tutti i santi, di guidare la Chiesa cattolica nella scelta di un nuovo leader spirituale».
Come viene eletto:
Nel messaggio il papa copto anticipa la proposta del cardinale decano Angelo Sodano di inviare un messaggio al Papa emerito e dei 142, di cui 103 elettori, che questa mattina, 4 marzo, hanno partecipato alla prima Congregazione generale del collegio cardinalizio, iniziata alle 9.30 nell’Aula Nuova del Sinodo con la preghiera di invocazione allo Spirito Santo. Ancora 12 quindi gli elettori attesi a Roma tra oggi pomeriggio e domani mattina.
Durante la Congregazione si è svolta la cerimonia di giuramento e sono stati eletti, per sorteggio, i tre assistenti del camerlengo Tarcisio Bertone nella Congregazione particolare: si tratta del cardinale Re per l’ordine dei vescovi, del cardinale Sepe per l’ordine dei presbiteri e del cardinale Rodé per quello dei diaconi, ma andranno a rotazione ogni tre giorni. Si attende la decisione sulla data del conclave.
Conclave, convocate le congregazioni
Le congregazioni generali pre-conclave sono state convocate per le 9.30 nell'Aula Nuova del Sinodo. Solo quando saranno arrivati tutti i cardinali "elettori" verrà decisa la data dell'ingresso in Conclave, «in base a quanto prescritto dal recente Motu Proprio del 22 febbraio scorso». Una volta constatata la presenza di tutti gli elettori, quindi, si potrà stabilire la data d'inizio del Conclave, in anticipo rispetto ai 15 giorni dall'avvio della sede vacante.
Sempre il 22 febbraio, ma del '96 con la Universi Dominici Gregis, Giovanni Paolo II aveva deciso che la Domus Sanctae Marthae sarebbe stata l'albergo dove alloggiare il collegio dei cardinali che prendono parte al conclave.
Prima della costituzione apostolica i partecipanti dormivano in piccole celle nel palazzo Apostolico.
La casa è gestita dalle suore Figlie della Carità di S.Vincenzo de' Paoli.
domenica 3 marzo 2013
Giovanni Paolo il grande
Subito dopo la morte di Giovanni Paolo II molti si sono riferiti all'ultimo pontefice come Giovanni Paolo il Grande. Il titolo di "Grande" è storicamente usato come attributo per pochi personaggi, fra cui tre papi: papa Leone I, papa Gregorio I e papa Niccolò I. Un uso, tuttavia, alquanto libero poiché non esiste un procedimento istituzionale per dichiarare "Grande" una persona; avviene col tempo per acclamazione popolare.
Il secondo pontificato più lungo dopo Pio IX, a parte Pietro apostolo, rende solo in parte l'idea dell'importanza di Papa Giovanni Paolo II, nato Karol Józef Wojtyła (in latino: Ioannes Paulus II; Wadowice, 18 maggio 1920 – Città del Vaticano, 2 aprile 2005),
Fu eletto papa il 16 ottobre 1978. In seguito alla causa di beatificazione, il 1º maggio 2011 è stato proclamato beato dal suo immediato successore Benedetto XVI e verrà festeggiato annualmente nel giorno del suo insediamento, il 22 ottobre. Nella storia della Chiesa, non capitava da circa un millennio che un papa proclamasse beato il proprio immediato predecessore.
Primo papa non italiano dopo 455 anni, cioè dai tempi di Adriano VI (1522 - 1523), è stato inoltre il primo pontefice polacco, e slavo in genere, della storia. Il suo pontificato è durato 26 anni, 5 mesi e 17 giorni.
Giovanni Paolo II intraprese sin dal principio del suo pontificato una vigorosa azione politica e diplomatica contro il comunismo e l'oppressione politica, ed è considerato uno degli artefici del crollo dei sistemi del socialismo reale, già controllati dall'ex Unione Sovietica.
I suoi 104 viaggi in tutto il mondo videro la partecipazione di enormi folle (tra le più grandi mai riunite per eventi a carattere religioso). Con questi viaggi apostolici, Giovanni Paolo II coprì una distanza molto maggiore di quella coperta da tutti gli altri papi messi assieme. Questa grande attività di contatto (anche con le generazioni più giovani, con la creazione delle Giornate Mondiali della Gioventù) fu da molti interpretata come segno di una seria intenzione di costruire un ponte di relazioni tra nazioni e religioni diverse, nel segno dell'ecumenismo, che era stato uno dei punti fermi del suo papato.
Papa Wojtyła beatificò e canonizzò molte più persone di ogni altro pontefice: le persone da lui beatificate furono 1338 e quelle canonizzate 482, mentre i predecessori nell'arco dei quattro secoli precedenti avevano proclamato soltanto 300 santi.
sabato 2 marzo 2013
Nasce PIO XII, l'ultimo Papa romano
Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacelli detto il "Pastore Angelico" è nato a Roma il 2/3 1876 e con 2 gg e 3 scrutini dal 2/3 del 1939 è stato il 260º papa della Chiesa cattolica.
Secondo sovrano dello Stato della Città del Vaticano dopo i patti lateranensi, in carica fino al 9 ottobre 1958. Terzogenito dell'avvocato della Sacra Rota Filippo Pacelli, nobile romano e nipote di Marcantonio Pacelli principe e marchese nominato da PioIX per aver contrastato, dopo la fine della Repubblica Romana, i liberali che si opponevano al governo papalino. Lo stesso nonno fu tra i fondatori dell'Osservatore Romano nel 1861.
Pacelli fu tra i primi prelati a usare l'aereo per i suoi spostamenti e per questo un giornale americano lo soprannominò il "cardinale volante".
Alla morte di Pio XI, in qualità di camerlengo, toccò proprio a lui dirigere il conclave che ne seguì. Il 2 marzo 1939, dopo solo tre scrutini e un giorno di votazioni, la scelta ricadde sullo stesso Pacelli, che si impose il nome di Pio XII, a simboleggiare la continuità dell'operato con il precedente capo della Chiesa, il secondo camerlengo (dopo Leone XIII) a venir eletto papa.
Nella sua prima enciclica Summi Pontificatus (1939), Pio XII condannò in nome della pace ogni forma di totalitarismo, nel solco della dottrina della regalità di Cristo che era stata uno dei cardini del pontificato di Pio XI.
Sempre nel 1939, proclamò san Francesco d'Assisi e santa Caterina da Siena patroni d'Italia.
Nel 1940 riconobbe definitivamente le apparizioni di Fatima e consacrò nel 1942 il mondo intero al Cuore Immacolato di Maria. Inoltre incontrò più volte suor Lucia e le ordinò di trascrivere i famosi segreti di Fatima diventando quindi il primo pontefice a conoscere il famoso terzo segreto, che ordinò però di far restare nascosto.
Nel 1941 trasformò la Commissione delle Opere Pie, nata nel 1887, nell'Istituto per le Opere di Religione (IOR).
Durante l'occupazione nazista dell'Italia, dopo l'8 settembre, offrì asilo politico presso la Santa Sede a molti esponenti politici antifascisti appellandosi al fatto che la Città del Vaticano era uno Stato sovrano.
Dopo il violento bombardamento di San Lorenzo a Roma, si recò nei quartieri colpiti.
Poi dopo l'armistizio dell'8 settembre e la fuga dei Savoia dalla capitale, Pio XII dovette fronteggiare da solo l'occupazione nazista della città.
Fu molto amato dal popolo romano e istituì l'Angelus domenicale dalla finestra di Piazza San Pietro e fu il primo Papa le cui immagini vennero trasmesse in televisione.
Pio XII morì a Castel Gandolfo alle 3:52 del 9 ottobre 1958 a seguito di un'ischemia circolatoria e di collasso polmonare, all'età di 82 anni.
venerdì 1 marzo 2013
Camerlengo segreti e Baculum
in Vaticano nel Palazzo Apostolico il cardinal Bertone nel ruolo di Camerlengo, ha posto i sigilli all’appartamento del Papa. Il “bastone del camerlengo” viene usato come segno della sua autorità proprio durante la Sede Vacante. Quando il Camerlengo lo riceve dal Papa al momento della nomina, lo consegna subito al Vice Camerlengo che ne è custode. Della cerimonia si redige un verbale notarile e a farlo è il notaio della Camera Apostolica.
Una istituzione che nasce nel X scolo con l’incarico di custodire i beni e i redditi della Santa Sede. Nei secoli il ruolo e i compiti sono mutati, ma rimane ancora oggi il compito fondamentale di curare ed amministrare i beni e i diritti temporali della Santa Sede. La guida appunto il Camerlengo figura che viene citata per la prima volta nel 1159. Il nome di “Camera”, spiega il Marchese Giulio Sacchetti nel suo libro Segreti Romani deriva dal luogo dove nell’ alto medioevo era conservato il denaro pubblico come nelle corti reali.
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